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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1914, XIX.djvu/292

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278 ATTO PRIMO

Brigida. Bene, signore. Io rappresenterò alla padrona le di lei finezze, e sarà come se le avesse ricevute in persona.

Guglielmo. Non mi è permesso il vederla?

Brigida. Non mancherà tempo. È ancora stanca dal viaggio.

Guglielmo. Questo è un insulto che mi vien fatto. Sono un uomo d’onore, e non credo di meritarlo.

Brigida. Caro signor mio, prenda la cosa come le pare; io non so che dirle. (Voglio vedere io di rompere quest’amicizia, se posso).

Guglielmo. Dite alla signora Giacinta che io sono lo sposo della signora Vittoria.

Brigida. Credo ch’ella lo sappia, senza ch’io glielo dica.

Guglielmo. E se non avessi questo carattere, non sarei venuto ad incomodarla.

Brigida. In virtù di questo carattere, avrà tempo di vederla e di rivederla, e di dirle tutto quello che vuole.

Guglielmo. Voi dunque non le volete dir niente?

Brigida. Niente affatto, con sua buona licenza.

Guglielmo. C’è in casa il signor Filippo?

Brigida. Io non lo so, signore.

Guglielmo. Come dite di non saperlo, se poco fa mi diceste ch’egli ha chiamato la signora Giacinta?

Brigida. E se io gli ho detto che ha chiamato la signora Giacinta, perchè mi domanda se c’è?

Guglielmo. Per dir la verità, voi siete particolare.

Brigida. Perdoni.... ho qualche cosa anch’io per il capo.... (Ha ragion da una parte; il zelo mi trasporta un po’ troppo).

SCENA VIII.

Leonardo e detti.

Leonardo. (Come! Guglielmo qui? Appena giunta Giacinta).

Brigida.. (Ecco il signor Leonardo. E questo diavolo di Guglielmo non ha voluto andarsene).

Leonardo. Dov’è la signora Giacinta? (a Brigida)