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64 ATTO TERZO


Fulgenzio. Questo è certissimo.

Leonardo. Son contentissimo. Ora ci andrò io volentieri.

Fulgenzio. Ho detto tanto, ho fatto tanto, che quel buon uomo si è illuminato. Egli ha un ottimo cuore. Non crediate ch’ei manchi per malizia; manca qualche volta per troppa bontà.

Leonardo. E credo che la sua figliuola lo faccia fare a suo modo.

Fulgenzio. No, non è cattiva fanciulla. Mi ha confessato il signor Filippo, ch’ella non aveva parte alcuna nell’invito del signor Guglielmo; e ch’egli l’avea anzi pregato d’andar con loro, per quella passione ch’egli ha d’aver compagnia e di farsi mangiare il suo.

Leonardo. Ho piacere che la signora Giacinta non ne abbia parte. Mi pareva quasi impossibile, sapendo quel che è passato fra lei e me.

Fulgenzio. E che cosa è passato fra lei e voi?

Leonardo. Delle parole che l’assicurano ch’io l’amo, e che mi fanno sperare ch’ella mi ami.

Fulgenzio. E il padre suo non sa niente?

Leonardo. Per parte mia non lo sa.

Fulgenzio. E convien credere ch’ei non lo sappia, perchè dicendogli che vi sarebbe un partito per sua figliuola, non gli è caduto in mente di domandarmi di voi.

Leonardo. Non lo saprà certamente.

Fulgenzio. Ma è necessario ch’egli lo sappia.

Leonardo. Un giorno glielo faremo sapere.

Fulgenzio. E perchè non adesso?

Leonardo. Adesso si sta per andare in campagna.

Fulgenzio. Amico, parliamo chiaro. Io vi ho servito assai volentieri presso il signor Filippo, per far ch’ei staccasse da sua figliuola una compagnia un poco pericolosa, perchè mi parve che l’onestà l’esigesse, e perchè mi avete assicurato di aver buona intenzione sopra di lei, e che ottenuta questa soddisfazione, l’avreste chiesta in isposa. Ora non vorrei che seguitasse la tresca senza conclusione veruna, ed essere stato io cagione di un mal peggiore. Finalmente col signor Guglielmo potea essere