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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1914, XIX.djvu/77

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LE SMANIE PER LA VILLEGGIATURA 69


Leonardo. Sì, da galantuomo.

Vittoria. Mi burlate?

Leonardo. Dico davvero.

Vittoria. Davvero, davvero?

Leonardo. Non vedete ch’io fo il baule?

Vittoria. Oh! fratello mio, come è stata?

Leonardo. Vi dirò: sappiate che il signor Fulgenzio....

Vittoria. Sì, sì, mi racconterete poi. Presto, donne, dove siete? Donne, le scatole, la biancheria, le scuffie, gli abiti, il mio mariage. (parte)

SCENA V.

Leonardo, poi Cecco.

Leonardo. È fuor di sè dalla consolazione. Certo, che se restava in Livorno, non le si poteva dare una mortificazione maggiore. E io? Sarei stato per impazzire. Ma! il puntiglio fa fare delle gran cose. L’amore fa fare degli spropositi. Per un puntiglio, per una semplice gelosia, sono stato in procinto di abbandonare la villeggiatura.

Cecco. Eccomi di ritorno.

Leonardo. E così, che hanno detto?

Cecco. Li ho trovati padre e figlia, tutti e due insieme. M’hanno detto di riverirla; che avranno piacere della di lei compagnia per viaggio, ma che circa il posto nella carrozza, abbia la bontà di compatire, che non la possono servire, perchè sono impegnati a darlo al signor Guglielmo.

Leonardo. Al signor Guglielmo?

Cecco. Così m’hanno detto.

Leonardo. Hai tu capito bene? Al signor Guglielmo?

Cecco. Al signor Guglielmo.

Leonardo. No, non può essere. Sei uno stolido, sei un balordo.

Cecco. Io le dico che ho capito benissimo, e in segno della mia verità, quando io scendeva le scale, saliva il signor Guglielmo col suo servitore col valigino.