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egregia donzella; anch’ella amantissima e disperata, perchè i suoi parenti superbi di nuova fortuna a patto alcuno non consentivano le nozze; e via via mettendogli in tanta mala vista il divieto paterno, che tuo padre irretito nella insidia lo persuase egli stesso a menarsela via di casa per condurla a sposa, e lo provvide di danari, e gl’imprestò fino la sua carrozza per fuggire» (Il Buco nel muro. Storia pubblicata per cura di F. D. Guerrazzi. Seconda ediz., Milano, Guigoni, 1862, p. 122 [cap. VI]). Colpisce ancora l’affinità della scena capitale tra i due padri pel carattere che vi spiega il durissimo Omobono, anch’esso «arricchito al suono delle esclamazioni del popolo», come l’avaro e arcigno Riccardo.

Una coppia amante che consegue la felicità burlandosi d’un vecchio è l’imbroglio tipico dell’opera buffa. A comporre un Curioso accidente pensò prima il m.o Luigi Ricci (figlio), il cui lavoro venne rappresentato al Carlo Felice di Genova nel 1871. Riprese la gioconda tela il vicentino Gaetano Coronaro su libretto di Cordelia [Virginia Tedeschi], e il suo Curioso accidente s’eseguì con ottimo successo l’11 novembre del 1903 al Vittorio Emanuele di Torino (v. Musica e Musicisti. 15 gennaio 1904; S. Rumor, Gli scrittori vicentini dei secoli XVIII e XIX in Misc. di storia veneta. Serie II, tomo XI, p. I, 1905, pagg. 488, 489).

Meglio che recar prove all’ininterrotta vitalità del lavoro, gradito com’è oggi ancora a comici e a pubblici, rinnoveremo i fasti di qualcuno tra i maggiori suoi interpreti. Così, pel secolo XVIII, togliamo alla polvere de’ libri il nome di Francesco Pinotti (1736-1820), del quale un viaggiatore tedesco, che lo sentì nel 1790 a Roma, loda la straordinaria naturalezza e l’efficacia comica, fatte valere particolarmente ne’ Mercanti e nel Curioso accidente (I. F. Schink, Dramaturgische Monate, Schwerin, 1791, pag. 923; lettera da Firenze in data 2 ottobre 1790 del prof. Meyer di Göttingen). Nel secolo seguente questa commedia acquistò o crebbe fama a caratteristi quali: Gaetano Gattinelli (n. nel 1806) che, a Parigi, nella compagnia della Ristori, la sera del 26 maggio 1855 le procacciò con l’arte sua quel successo mancato colà settant’anni pnma (v.: Rasi, vol. I, p. 1000, ed Ernesto Rossi [confonde Gaetano con Luigi Gattinelli] in Quarant’anni di vita artistica, vol. I, p. 62; e a stampa il sunto francese della commedia, distribuito agli spettaton [Bibliothéque nationale, Parigi, y th 18596]); Gaetano Coltellini (m. nel 1883); Pietro Zoli (1830-1899) [Rasi, ad nomina]; Giuseppe Moncalvo, il celebre Meneghino, che in parti promiscue, come in questo Curioso accidente, diventava Beltramino (Regli, Dizionario biografico ecc., Torino, 1860, p. 339) e le ultime scene recitava così da strappar le lagrime (Petrai, Lo spirito delle maschere, Torino, 1901, p. 55). Famoso sopra ogni altro fu il Filiberto di Cesare Rossi (1829-1898). Anch’egli nella scena della lettera mostrava il massimo dell’arte sua. «Soddisfatto da prima di aver conseguito il suo intento, a poco per volta gli si dipingeva in viso il dubbio e l’ansia, e giungeva allo scoppio di una disperazione così vera, così naturale, che il pubblico se ne sentiva commosso» (Guastalla, Antologia Goldoniana, Livorno, 1908, p. 88). Fu in questa commedia ch’egli la sera del 25 gennaio 1893, nel primo centenario della morte (anticipato come si vede di ben tredici giorni) al Valle di Roma rese onore al Maestro, pel quale nutriva quasi cieca ammirazione. Alla recita andarono