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LA DONNA DI MANEGGIO 247

Giulia. No, assicuratevi che mi preme la vostra pace.

Alessandro. (Menzognera! Se potessi, la vorrei convincere col suo foglio).

Giulia. Io spero che tutte le cose si accomoderanno senza inquietar me, e senza inquietar vostro padre.

Alessandro. Senza inquietar mio padre? (con empito)

Giulia. Sì, non è giusto che il buon cavaliere s’inquieti.

Alessandro. (Oh! se potessi parlare!)

Giulia. Anzi, per dirvi la verità, gli aveva scritta una lettera risentita, ma ho piacere di non averla spedita e di poterla sospendere, e forse forse cambiare.

Alessandro. Avete intenzione di cambiar la lettera che avete scritta? (placidamente)

Giulia. Sì, può essere che abbia motivo di farlo.

Alessandro. Deh! per amor del cielo, cambiate una lettera così funesta, così barbara, così ingiuriosa.

Giulia. Come potete voi sapere che la mia lettera fosse barbara ed ingiunosa?

Alessandro, lo non lo so... non so niente. Mi fa parlare il timore, la confusione.

Giulia. Che cosa dubitate voi ch’io possa scrivere a vostro padre?

Alessandro. Oh! signora mia, non saprei immaginarmelo. Non è impossibile ch’io l’indovini.

Giulia. Temete ch’io gli partecipi gli amori vostri per donna Aurelia?

Alessandro. Non saprei... Questo è quello ch’io temo.

Giulia. Non vi è pericolo.

Alessandro. Non vi è pericolo? (con calore)

Giulia. No certo.

Alessandro. Credete dunque, o signora, che possa aderire mio padre alle nozze di donna Aurelia?

Giulia. Sì, avrà piacere che donna Aurelia sia collocata, ed io sono impegnata per il di lei matrimonio. (ironicamente)

Alessandro. E potrò io sperare di possederla?

Giulia. Questo poi è un altro discorso.