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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1922, XXI.djvu/279

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LE INQUIETUDINI DI ZELINDA 273

Pandolfo. Mi scusi. So quello che mi vuol dire; ma io sono obbligato ad assistere i miei clienti.

Flaminio. Va benissimo, ma siccome or ora si proporrà l’accomodamento, vi prego di voler ben assistere i vostri clienti, ma di non trovare cavilli per non tirar le cose in lungo.

Pandolfo. Credete voi che questo sia un affare da spedire in una o due sessioni? Nè in quattro, nè in sei, nè in dieci. Sono cose lunghe, bisogna vedere, esaminare, discorrere. Si propone, si oppone, si disputa, e poi si risolve.

Flaminio. Vi dirò. Tutto questo si fa, quando le parti non vanno facilmente d’accordo.

Pandolfo. E se le parti sono in lite, come possono andar d’accordo?

Flaminio. Questo può dipendere dai difensori.

Pandolfo. I difensori onorati fanno il loro debito, e non tradiscono i clienti per far loro risparmiare le spese. (con del caldo)

Flaminio. Signor Pandolfo, potrei farvi una proposizione fra voi e me?

Pandolfo. Una proposizione? Se sarà utile a’ miei clienti l’ascolterò. Ma se credeste mai di trovar del tenero nel mio terreno, vi potete risparmiar la pena.

Flaminio. Vi dirò, considero che se si facesse una lite, si spenderebbero dalle parti molti e molti danari.

Pandolfo. Quando è necessario di spendere, bisogna spendere.

Flaminio. Di queste spese una parte ne andrebbe ai tribunali, ed una parte divisa fra gli avvocati e i procuratori.

Pandolfo. Ed ai procuratori tocca la minor parte.

Flaminio. Non sarebbe meglio che le parti s’accomodassero fra di loro, e quello che si dovrebbe spendere nei tribunali, se lo godessero i difensori?

Pandolfo. Questa è una cosa alla quale ci ho sempre pensato. Per parlar giusto, se anche le parti dovessero spender lo stesso, risparmierebbero1 sempre il tempo, le inquietudini e la paura. L’idea è bella, ma è difficile metterla in pratica.

  1. Ed. Zatta: risparmiarebbero.