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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1922, XXI.djvu/339

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LA BURLA RETROCESSA 333

Agapito. Bravissimo. Voi dunque ci darete tutto il bisogno. Ci darete quei piatti che parerà al vostro merito, e noi avremo l’onore di pagarvi a ragione di sei paoli per testa. Anderà bene così?

Oste. Tutto quello ch’ella comanda; ma a sei paoli a testa non vi può essere nè gran merito, nè gran fortuna.

Agapito. Eh! signor oste, me n’intendo anch’io qualche poco. Sei paoli a testa per un pranzo mediocre...

Oste. Bene, bene, come comanda.

Agapito. Animo dunque, andate, e portatevi bene.

Oste. Vado subito a ordinare, a disporre, a travagliare, a eseguire.

Agapito. Qualche piatto di gusto, qualche cosa di delicato.

Oste. Si lasci servire.

Agapito. Mi raccomando al merito.

Oste. Ella ha il merito di comandare; ed io avrò la fortuna di servirla. (parte)

SCENA VIII.

Agapito solo.

Non vorrei che costui avesse il merito di burlarci, e noi la disgrazia di essere maltrattati. Non mi fido delle sue cerimonie. Voglio andar io a vedere, a osservare, e ad assicurarmi. Giacchè ho pensato di far onore alla generosità di Gottardo, voglio almeno che i commensali siano contenti, e che gli facciano il ringraziamento coi fiocchi. (parte)

Fine dell’Atto Secondo.