Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1922, XXI.djvu/60

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54 ATTO SECONDO

Barbara. Oh bene dunque, ho bisogno di una cameriera; fatela entrare.

Lindoro. (Sì, sì, venga pure. Io ne ho più bisogno di lei). (da sè) Venite quella giovane, entrate. (alla scena)

SCENA XIII.

Zelinda e detti.

Zelinda. Serva umilissima. (con una riverenza)

Barbara. Vi saluto quella giovine. Che cosa desiderate?

Zelinda. Mi manda qui la Cecchina...

Barbara. La rivenditrice?

Zelinda. Ella appunto. Mi ha detto che la signora ha di bisogno di una cameriera...

Barbara. E’ verissimo. Che cosa sapete fare?

Zelinda. Signora, di tutto un poco.

Barbara. Assettare il capo?

Zelinda. Ardisco dire perfettamente.

Barbara. Cucire?...

Zelinda. Di bianco principalmente, e tutto quello che occorre.

Barbara. Ricamare?

Zelinda. Conosco il mestiere, ma non ne sono perfetta.

Barbara. Sapete voi accomodare i merletti?

Zelinda. Oh in questo poi mi posso vantare di non la cedere a chi che sia.

Barbara. Benissimo.

Lindoro. (Ah se sapesse tutte le virtù della mia Zelinda!) (da sè)

Barbara. Quanto pretendete voi di salario?

Zelinda. Vedrà quel che so fare, e ne parleremo1.

Barbara. (Che vi pare di questa giovane?) (piano a Lindoro)

Lindoro. (Mi par che presumi di saper troppo. Bisogna vedere, bisogna provare. Queste donne si vantano di saper tutto, e spesse volte non sanno niente). (piano a Barbara)

  1. Ed. Zatta: parlaremo.