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ATTO PRIMO.

SCENA PRIMA.

Angelica, Valerio, Marta.

Angelica. Di grazia, Valerio, lasciatemi; partite... Ah! se fossimo sorpresi...1

Valerio. Cara Angelica, ancora un istante...2

Marta. (A Valerio) Partite, partite.

Valerio. Vado subito, non temete; ma se potessi almeno assicurarmi...

Marta. Di che?

Valerio. (Accennando Angelica) Del suo amore, e della sua costanza.

Angelica. Caro Valerio, potete voi dubitarne?

Marta. Andate, andate; ella vi ama anche troppo.

Valerio. Quest’è l’unico bene, che mi può render felice.

Marta. Partite, che se il mio padrone giungesse...

Angelica. Non sono mai così di buon’ora.

Marta. Sì, è vero; ma la sua camera non è lontana, e sorte spesso, e viene qui in sala a passeggiare, a giocare; non vedete là il suo scacchiere? Se vi trovasse qui, oh cielo! voi sareste l’uno e l’altro perduti.

Valerio. Non lo credo poi sì irragionevole....3

Marta. Avete mai parlato con esso lui? conoscete voi il suo carattere, il suo naturale?

  1. Così comincia la nota traduzione di Pietro Candoni, edita a Venezia da Agostino Savioli nel 1772 col titolo Il Burbero benefico, o sia il Bisbetico di buon cuore, e ristampata da Antonio Zatta nel t. VIII (1789) delle Opere teatrali del Sig. C. Goldoni: Angelica. Valerio, lasciatemi, ve ne prego. Io temo per me, temo per voi. Ah! Se noi fossimo sorpresi... Valerio. Mia cara Angelica!... Martuccia. Partite, o signore. Val. Di grazia un momento; s’io potessi assicurarmi...". — E quella di Elisabetta Caminer, edita pure a Venezia, dal Colombani, nel t. II (1772) delle Composizioni Teatrali Moderne tradotte, col titolo Il Collerico di buon cuore: Angelica. Lasciatemi, Valerio, ve ne scongiuro. Tremo per me, tremo per voi. Ah! se mai fossimo sorpresi... Valerio. Mia cara Angelica... Martuccia. Partite, signore. Valerio. Di grazia un momento; se potessi assicurarmi....
  2. Nel testo: un instante.
  3. Manca nel testo originale francese.