Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1926, XXIII.djvu/112

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108 ATTO PRIMO
Germondo.   Alfin ti miro,

Rosmonda, idolo mio...
Rosmonda.   Scostati, audace.
Così parli a Rosmonda?
Germondo.   Ahimè! qual ira?
Mia nemica tu pure? In fiero sdegno
Hai cangiato l’amor?
Rosmonda.   Per me risponda
Quel tuo brando crudel di sangue tinto.
Germondo. Ti è noto pur, ch’io l’impugnai soltanto
Per conseguir della tua destra il dono.
Non fu superba avidità di regno,
Non desio di vendetta, o sdegno insano
Ch’alla guerra mi spinse. I tuoi begli occhi,
Il tuo volto, il tuo cor fu...
Rosmonda.   Menzognero!
Dimmi, fu amor quel che del mio germano
Ti fe’ spargere il sangue?
Germondo.   Ei cadde estinto
Fra la turba de’ suoi misto e confuso,
E san gli Dei se il suo destin m’increbbe,
Ch’era degno l’eroe di miglior sorte
E di padre miglior.
Rosmonda.   Ma tante e tante
Vittime consacrate al tuo furore
Sono effetti d’amor?
Germondo.   Decise il fato
A favor di nostr’armi.
Rosmonda.   E il regno usurpi
A colei che tu adori?
Germondo.   A offrirti io vengo
Anzi un regno maggior, se noi ricusi.
Tu di Gotia non men che di Norvegia
Sarai regina.
Rosmonda.   E il padre mio?