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ROSMONDA 111
Germondo.   Conosca

Da te la sua fortuna.
Rosmonda.   E il mio germano?
Germondo. Egli in pace riposa.
Rosmonda.   Osserva, osserva,
Che freddo marmo ancor palpita e freme
Dinanzi a te; con quella bocca istessa
Che gli apristi nel sen, chiede vendetta.
Ombra infelice a me s’aggira intorno
E dir l’odo; Germana, il mio uccisore
È colui che ti parla. Olà, dagli occhi
Toglimi il volto tuo. Vanne, superbo,
Non isperar che l’odio mio si cangi,
Se placata non fia l’ombra d’Attilio.
Germondo. Oh di padre crudel figlia spietata,
Sì, tu vuoi la mia morte; odio protervo,
Non desio di vendetta è quel che nutri
Contra di me. Tu m’ingannasti allora
Che fingesti d’amarmi.
Rosmonda.   (Ah ti conosco,
Perfido amor; tu mi serpeggi in seno,
Ma vincerti saprò. Farò uno sforzo
Di crudeltà per superarti). (da sè
Germondo.   Eppure
Mi chiamasti tuo bene; eppur la fede
A me desti di sposa.
Rosmonda.   (Ahi rimembranza,
Che mi desta nel sen pietà importuna!
Dolce nome di sposa, ah sì, ti sento
Che sedur mi vorresti). (come sopra
Germondo.   Anima mia,
Non ostentar del tuo bel core ad onta
Questa ingrata fierezza; eccomi, o bella,
Eccomi a’ piedi tuoi. Pietà ti chiedo,
Perdon, mercè; pietà del mio dolore,