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LA GRISELDA 199
T’amerò ancor Regina, e l’amor mio

Di vassallo sarà, se non d’amante.
Oronta. E mirarti dovrò, senza ch’io possa
Chiamarti idolo mio?1
Roberto. Così la legge vuol del destin nostro2.
Oronta. Barbara legge3 (3).
Roberto. Ma prima che da te, diletta Oronta,
Mi divida per sempre, un dolce sguardo
Donami per pietà. Pria che la mano
Stringa il scettro regale, almen permetti
Ch’io la possa baciar.
Oronta.   Prendila, e in essa...
(gli porge la mano
Ma Corrado ritorna.
Roberto.   E il Re con esso.
Misero, che sarà?
Oronta.   Soccorso, o numi.

SCENA VI.

Gualtiero, Corrado, guardie e detti.

Gualtiero. Bella Oronta, fa cuore, e tu, Roberto,

Non temer del mio sdegno, lo compatisco
L’uso del vostro amor cresciuto in voi
Sempre mai coll’età. (Serba, Corrado,
Custodito l’arcano insin che giunga
L’opportuna stagion per discoprirlo).
(in disparte a Corrado
Corrado. (È mia cura ubbidir). (a Gualtiero
Gualtiero. Diletta Oronta.
Oronta. Gran Re.
Roberto.   (Qual pena!) (da sè

  1. Anche qui il settenario in luogo dell’endecasillabo.
  2. Nel testo, con errore evidente, è stampato: del nostro destin.
  3. Qui un semplice quinario.