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198 ATTO PRIMO
Oronta.   Io sceglierei

Più volentier viver privata, e lunge
Da questa reggia, ove m’attende un trono,
Pur ch’io di te, tu di me fossi.
Roberto.   Oh cara!
Oronta. Un sol de’ sguardi tuoi val più di molto
D’ogni umana grandezza.
Roberto.9 Ah, che un sol lampo
Dell’aureo scettro e del real ammanto
Ti verrà a balenar su le pupille,
Che sembreratti a quel superbo lume
Vile l’amor che per me t’arde; e cinta
Di corona la fronte, a te accostarti
Non lascierai più di Roberto il nome.
Oronta. Tu possiedi il mio core, e così poco
Il mio cor tu conosci? Ai numi tutti
Giuro, che pria di te lasciar...
Roberto.   Deh taci!
Col grado cangierai sensi e costumi.
Oronta. Andiamo ora, se vuoi, fuggiam, mio caro,
Dov’è meno di rischio, e più di pace;
Teco verrò.
Roberto.   No no, regna nel mondo1,
Come nell’alma mia. Sì vil non sono,
Che a discender dal trono io ti consigli.
Non t’amerei, se a prezzo tal t’amassi.
Oronta. Pensa che giunta al Regno, e altrui consorte,
Mi vieteran d’amarti onore e fede.
Roberto. Lo so, lo temo, e pur costante io bramo
Più la grandezza tua che il piacer mio.
Oronta. Poscia invan ti dorrai.
Roberto.   La tua bellezza,
Più che degna di me, degna è d’impero.

  1. Nel testo è stampato: No non regna nel mondo.