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232 ATTO SECONDO
Gualtiero. E da leal vassallo il far che l’opra

AI comando preceda, e non è giusto
Ch’io lasci senza premio un tanto zelo.
Soldati, alla mia reggia Otton si scorti.
In amico soggiorno, Otton, ti cinge
Inutilmente il brando, onde qui adesso
Puoi diporlo in mia man1.
Ottone.   (Fato inumano!)
Eccolo a’ piedi tuoi. (getta la spada, e parte fra soldati
Griselda.   Qual grazie posso...
Gualtiero. Non alla mia pietà render le devi,
Ma d’Oronta al favor. Non fu mio dono,
E tuo merto non fu la tua salvezza;
Ma d’Oronta le preci... Eccola, ad essa
Volgi le voci tue.

SCENA X.

Oronta e detti.

Griselda.   Quest’infelice

Vita per te salvai, per te mai sempre
Impiegarla dovrò.
Oronta.   Compisci il dono, (a Gualtiero
Fa che meco Griselda al regno venga.
Gualtiero. Ove visse Regina, ove tu moglie. (ad Oronta
Oronta. Così brama il cor mio.
Gualtiero.   Verrai, Griselda, (a Griselda
Verrai ministra e serva, e qual già fosti
Ricordarti non dei. La mano avvezza
Lo scettro ad impugnar, serbar tu dei
Al più vil ministero, e perchè sia
Più grave il tuo soffrir, devi mai sempre
Non dolerti, e tacer; così t’impone
Quello un tempo tuo sposo, or tuo sovrano. (parte

  1. Nel testo: mano.