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246 ATTO TERZO
Fissa ancor una volta i sguardi tuoi;

Indi, se ti dà il cor, lasciala, e parti. (parte
Roberto. Oronta! Partirò senza mirarla. (in atto di partire

SCENA V.

Oronta e detto.

Oronta. Ferma, Prence, per poco; e partir vuoi

Da questa reggia ove il tuo cor mi lasci,
E donde il mio t’involi? E senza darmi
Uno sguardo ten parti? e senza dirmi
Addio, crudel, tu m’abbandoni? Io tanto
Non ti credea di ferità capace.
Sai ch’io t’amo, tu m’ami, ed esser vuoi
Ingrato all’amor mio, empio a te stesso?
Roberto. Oronta, una Regina ed una moglie
Che da me può voler? Vederne i pianti?
Ascoltarne i sospiri?
Oronta.   (Onor tiranno,
Offensor di natura, a che m’astringi?
Amor, nodo soave, ove mi guidi?
Men colpevoli siete, affetti miei,
Quanto più siete infidi; e se tradisco
L’amor mio, la mia fè, son meno rea).
Va pur, Roberto, e già che tal mi lasci,
Sappilo per tua gioia, o per tua pena:
D’altri fia questa man, tuo questo core.
Roberto. Deh per pietà, cessa d’amarmi, o il taci,
E porterò lontan nel dubbio mio,
Se non più franco, almen più ratto il piede.
Gran lusinga all’indugio esser potrebbe
Questa sua fedeltà.
Oronta.   Va pur, Roberto,
Va pur, che alla partenza anch’io t’affretto;