Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1926, XXIII.djvu/285

Da Wikisource.

DON GIOVANNI TENORIO 281
Non mi celate.

D. Alfonso.   Al padre vostro io deggio
Parlarne pria; s’ei v’acconsente, allora
Lo svelerò. Per or saper vi basti
Ch’è di sangue reale.
Donn’Anna.   Un Re clemente
Può innalzar mia bassezza in quella guisa
Che solleva dal suolo umil vapore
Provvido il sole, e gli dà forza e luce.
Povera son di fregi e di fortune,
Ma due pregi riserbo: onore e fede.
D. Alfonso. Degna vi scorgo di sublime stato,
E felice sarà quel che in isposa
Meritarvi potrà.
Donn’Anna.   (Non ingannarmi,
Lusinga di regnar).

SCENA II.

Un Paggio di don Alfonso e detti.

Paggio.   Signore, è giunto

Il genitore di donn’Anna, e prima
D’ire a’ piè del Monarca, a voi sen viene.
D. Alfonso. Passi il Commendatore, e voi, donn’Anna,
(parte il paggio
Trattenetevi meco: essere a parte
Vo’ anch’io del piacer vostro.
Donn’Anna.   Al padre mio
Svelerete lo sposo?
D. Alfonso.   Sì, saprallo
Pria che da me si parta; e come mai
Sollecita vi rese in un istante
Quell’amor che poc’anzi eravi ignoto?
Donn’Anna. (Tale ambizione, e non amor mi ha resa).
È il desio di saper, passion comune...