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RINALDO DI MONT'ALBANO | 399 |
SCENA V.
Carlo, Clarice, Ruggiero, Gano, Florante, soldati, guardie.
Di Rinaldo la sposa. Io son cattiva,
Nè so perchè. Deh per pietade, o Sire,
Che mai vi fece il misero consorte,
Onde cotanto...? (s’inginocchia
Carlo. Alzatevi, e tacete.
Ruggiero. Signor, dov’è mio padre?
Carlo. A che il chiedete?1
Ruggiero. Ringraziarlo vorrei del crudel dono
Di questi lacci. Ingrato padre! Ei volle
Prigionier anche il figlio.
Carlo. Amor l’indusse
A comandarvi preservar più cauto
La vostra vita.
Ruggiero. Eh non sarei caduto
Così presto, Signor; il mio coraggio,
Favorito dal sito, e secondato
Da pochi sì, ma valorosi amici,
Rintuzzato averia cotesto vile
Duce dell’armi. (additando Gano
Carlo. Olà; cotanto ardire
Prosontuoso frenate.
Ruggiero. I primi moti
Perdonate, Signor, dell’ira mia;
Contenermi non posso.
Gano. (Ah, Sire, affatto
Distruggere convien l’indegna stirpe.
Passa di padre in figlio l’orgoglioso
Indomito desio). (piano a Carlo
Carlo. (Quella è la figlia
Dell’Africano?) (piano a Gano
- ↑ Nel testo è stampato: Ah che il chiedete?