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446 ATTO QUINTO
Quivi udirete, e le difese loro.

Indi il vostro consiglio a me esporrete
Per giudicare i delinquenti.
(Tutti siedono, e si coprono: una guardia va a parlare all’orecchia
di Orlando.


Orlando.   Sire,
Supplice la consorte di Rinaldo
Brama entrar nel Consiglio, e chiede in dono
Di poter favellar.
Gano.   Signor, non lice
A femmina cotanto.
Orlando.   Ov’è la legge
Che glielo vieta?
Gano.   In militar Consiglio
Donne mai non entraro. Evvi decreto,
Che l’esclude per sempre.
Orlando.   Sì, l’esclude
Decreto militar dal grado illustre
Di consigliere; e dato che vi fosse
Femmina generosa, all’armi avvezza,
Non perciò del Consiglio ella sarebbe;
Ma non vieta la legge ai consiglieri
Femmina udir che priega. Avete, o Gano,
Mal inteso il decreto.
Gano.   Eh sì, v’intendo.
Non vi dispiace riveder Clarice
Anco in dì sì funesto. Il vostro cuore
Non sa dissimular. Venga Clarice,
Venga, se il Re lo vuole.
Orlando.   (Anima indegna!) (a parte
Sire, l’onor di mia cugina offeso,
Permettetemi ormai che con la spada
Difender possa.
Carlo.   Di private gare
Oggi tempo non è. Venga Clarice: