Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1926, XXIII.djvu/482

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478 ATTO PRIMO
Tra le mani del padre1 il vostro foglio.

Ei ne faccia quell’uso che più sembra
Degno del suo gran cor. Dipendo troppo
Dal paterno voler per non volere
Arbitrar di me stessa. Eccovi, o padre,
D’Enrico il foglio: il vostro cenno attendo.
(dà il foglio a Leonzio
Leonzio. Sire, non dubitate; ingrato abuso
Non ne farò. Rimproverarmi un giorno
Non potrete ch’io v’abbia...
Enrico.   Invano, amico,
Temete dubbi in me che tutto approvo2.
Itene intanto; il funeral s’appresti
All’estinto monarca.
Leonzio.   È già compiuto3
Quanto l’uopo chiedea. Venite, o Sire,
La pura gioia a spargere ne’ cuori4
Degli afflitti vassalli.
Enrico.   Eccomi pronto.
Il regal trono e l’altre usate pompe
Apprestatemi voi, e a’ miei vassalli
Dite che qui mi giureranno fede,
E ch’io lor giurerò paterno affetto5.
Matilde addio. Ci rivedrem frappoco
Forse più lieti. Sì, la vostra destra
Stringer6 bramo assai più che il regal scettro.
(entra nell’appartamento di prima7

  1. Bett.: Nelle man di mio padre.
  2. Bett.: Fora il mio dubitar se tutto approvo.
  3. Bett.: Ò già adempito.
  4. Bett.: Venite tosto a rallegrar i cuori.
  5. Bett.: Ordinate voi dunque. A’ miei Vassalli — Dite che quivi accetterò in quest’oggi — Della loro fedeltade il giuramento — E lor darò dell’amor mio la fede.
  6. Bett.: Strigner.
  7. Bett.: entra nel suo appartamento privato.