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ENRICO 493

SCENA II.

Matilde dal suo appartamento, la quale resta in disparte, e detti.

Enrico. Fate torto, Costanza, al vostro merto

Nel dubitar. Della mia fede un pegno
Pubblico aveste; or lo conferma il labbro.
Voi Regina sarete, e ben v’accerto
Che a porgervi la destra mi consiglia
L’interesse d’amor, più che del regno.
Matilde.   (Ah traditor!)
Costanza. Me fortunata appieno!
Piacemi il vostro cor più assai del trono,
E ben questo darei per aver quello.
Enrico. Arbitra del mio cor, de' miei pensieri,
La mia sposa sarà. (Ma la mia sposa
Tu non sarai).
Matilde. (Oh mentitor! non posso (s’avanza
Soffrirti più). Di vostre gioie a parte
Deh piacciavi, signor, che venga anch’io.
Mi rallegro con voi della corona
Degnamente acquistata, e mi rallegro
Della sposa gentil che scelta avete.
Vi feliciti il Ciel con quella pace
Che meritate. Il vostro core ottenga
La sua giusta mercede.
Enrico.   (Oh vista! Oh voce
Che mi piomba sul cor!)
Matilde.   Arresto il corso
Ai piacer vostri coll’aspetto mio?1
Partirò, se v’aggrada.
Enrico.   Ah no, Matilde...
Anzi... (che mai dirò?)

  1. Bett.: Disturba forse — Di Matilde l’aspetto il goder vostro?