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ENRICO 505
Sola vi lascierò; ma non sperate

Che più a lungo il mio amor soffra gl’indugi.
Matilde. (Verrà intanto la morte in mio soccorso). (a parte
(Preceduti dal paggio entrano nell’appartamento di Matilde, e la scena resta oscura.

SCENA II.

Enrico all’oscuro dall’appartamento reale, poi Ormondo che
torna all’appartamento di Matilde
.

Enrico. Sventurato amor mio, dove mi guidi?

Fra quest’ombre notturne, e qual presumi
Trovar raggio di luce alla tua spene?
Ah Matilde adorata, insin che altronde
Stassi per opra mia l’austero padre,
Favellarti potessi! Oh Dio! potessi
Toglier dalla tua mente il rio sospetto,
Onde Enrico infedel tu credi a torto.
Quest’è l’usata via de’ passi miei,
Quest’è la soglia...
(Mentre Enrico vuol entrare da Matilde, Ormondo l’incontra sulla porta.
Ormondo.   Olà. Chi sei? Che cerchi?
Non rispondi? Ribaldo, il ferro mio
(Ormondo impugna la spada, ed Enrico fa lo stesso
Ti scoprirà... Ma ti difendi e taci?
Traditor ti palesa il tuo silenzio.
(Enrico si ritira nel suo appartamento privato
Vieni, s’hai core... Ah mi fuggì l’indegno.
Il felice rival dell’amor mio
Questi sarà; questi sarà, che forma
Di Matilde il dolor. Scoperto il fato
M’ha l’arcano funesto. Oh me infelice!
Fremo di gelosia. Che fo? Che penso?
Sì, sì, mora l’indegna.
(in atto d’entrare nell’appartamento di Matilde