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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1926, XXIII.djvu/581

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Narsete. Cesare, in tuo Nipote

Vedi l’assalitor...
Giustiniano.   Fellone, indegno,
Ti punirò. Non è di regio sangue
Anima così vile. A me quel ferro ecc.
.     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     

SCENA XVI1.

Bellisario e Filippo.

Filippo. Finche gira fortuna a tuo favore ecc.

.     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     

SCENA XVII2.

Bellisario solo.

Va pur, felice Amante. In te rispetto ecc.

.     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     
  Ma che mi lagno
Di colei che non m’ama? è il mio destino,
Che d’un sì bell’amor mi rende indegno.
Perfidissime Stelle, io vi rinuncio
Tutte le glorie mie, tutto il mio fasto,
Se il trionfo miglior, se la mia pace
Coll’affetto d’Antonia a me togliete.
Antonia, oh Dio, dolce, soave nome,
Sì caro un tempo, or sì spietato e crudo;
Ma pur chi sa, chi sa, che non m’inganni
Il sovverchio (sic) timor. Spera, mio core,
E se t’uccide il mio dolore esterno (sic),
Di conforto ti sia la mia speranza.


Fine dell’Atto Primo.

  1. Corrisponde alla sc. VI. del 2. atto.
  2. Corrisponde alla sc. VII del 2. atto.