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Dona il Sovrano a chi li merta meno,

E chi degno saria rimane escluso.
Oh inganno di chi regna! ecc.

SCENA III1.

Giustiniano e detti.

Giustiniano. Come non sei fra lacci? Ancor tu godi ecc.

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Teodora. Senti, Consorte, oh Dio! senti e stupisci;
Bellisario infedel tentò sedurmi
Ad illeciti amplessi, e si scoperse
Di me tenero amante, ecc.
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Credimi qual tu vuoi, s’il rio delitto
Tu punir non vorrai, saprò ben io
Con pubblica vendetta il mostro indegno
Render estinto, e far ch’il sangue infame
D’un empio Traditor paghi la pena.
Filippo. (Cesare o non ha cor, o ha cor di ghiaccio).
Giustiniano. Facile troppo è l’ingannarsi ecc.
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Teodora.   Leggi e stupisci.
Il sacrilego foglio a me pervenne,
Bellisario lo scrisse. In esso vedi
Ciò che creder non vuoi a questo pianto,
Che fra l’ira e ’I dolor, quasi m’uccide, ecc.
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SCENA IV2.

Giustiniano solo.

Bellisario è che scrive? a Teodora ecc.

.     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     

  1. Corrisponde alla sc. X del 2. atto.
  2. Corrisponde alla sc. XI, ultima del 2. atto.