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BELISARIO 59
Il riso lusinghier sdegno feroce.

Già so che la mia morte oggi procuri;
So che mi sei nemica.
Teodora.   Io tua nemica?
T’inganni, Belisario; e poi, se tale
Ti fossi ancor, temer di me potrebbe
L’eroe di Grecia? il Cesare novello,
Che l’impero d’Oriente onora e fregia?
Belisario. Ben lo dicesti. È vero; io non ti temo.
Se temuto ti avessi, io non avrei
Impedito il tuo esiglio, a cui ti avea
Giustinian condannata in giusta pena
Della congiura tua. No, non ti temo.
Se temuto ti avessi, al tuo consorte
Narrato avrei... Sai di che parlo; e puoi
Da ciò meglio veder che non ti temo.
Sai di chi temo? sol di Giove io temo
L’inevitabil destra. Ei de’ mortali
Può disporre a sua voglia; e in varie guise
Fulmina per castigo o per pietade.
Di quello sì, di te timor non sento.
Antonia. (Che generoso cor!) (da sè
Teodora.   (Che cor superbo!) (da sè
Belisario. Antonia, idolo mio.
Antonia.   Mia dolce vita.
Teodora. O là; serba il rispetto al cenno mio.
In faccia di Teodora osi superba
Rivolger sguardi a Belisario?
Antonia.   Allora
Che tu me lo vietasti, io n’era amante,
Or sposa sono, e alle tue leggi ingiuste
Più soggetta non son.
Teodora.   Tu sposa? come?
Belisario. Restò compito in questo punto il nodo.
Teodora. Io disciorlo saprò.