Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1927, XXIV.djvu/294

Da Wikisource.
290 ATTO QUARTO
Zulmira. (Perfida sorte ingrata!)

Alonso.   Ecco la porta, andate.
Zulmira. Aza dovrò lasciare?
Alonso.   Come! Voi lacrimate?
Ah Zulmira, Zulmira, quel vostro pianto indegno
Accresce i miei sospetti, moltiplica il mio sdegno.
Tosto si parta.
Zulmira.   (Tosto? senza vederlo? Oh Dio!)

SCENA V.

Pierotto e detti.

Pierotto. Signor. (a Don Alonso

Alonso.   Che richiedete?
Pierotto.   Mi manda il padron mio.
Alonso. Chi? Deterville?
Pierotto.   Appunto; or servo la signora,
Ma egli fu mio padrone, e sarà tale ognora.
Alonso. Ben, che vuole da me? Sappia ch’io parto.
Pierotto.   Il sa
Ch’eravate disposto d’andare alla città.
Veduti ha colle selle i muli ed i cavalli;
Ma ha fatto che ogni bestia si stacchi e che s’installi.
Pregandovi umilmente, signore, in cortesia,
Restar per qualche giorno...
Alonso.   No, no, voglio andar via.
L’ho detto, l’ho ridetto, non voglio altri riguardi.
Ora mi fa gli onori? ora m’invita? È tardi.
Restate qui, Zulmira, fino che a voi ritorno.
Io voglio ad ogni costo partire in questo giorno, parte