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342 ATTO PRIMO
Demetrio. (Fa sospettar costui). da ti

Bulganzar.   Se sento minacciarmi
Per cagion della fuga, torno in Julfa a salvarmi.
Demetrio. (Teme costili di che?) dati
Bulganzar.   Se sulla schiena mia
Tamas si vendicasse?
Ircana.   Vuoi partir? (minacciata
Bulganzar.   Vado via.
(Vo a vender questa gioja per ricavarne il prezzo.
Se sarò bastonato, sono al bastone avvezzo;
Ed ho sì dura pelle, che per un po’ di mancia,
Cinquanta bastonate prenderei sulla pancia).
(da sè, e parte

SCENA V.

Demetrio ed Ircana.

Demetrio. Ircana, il tuo costume, il labbro tuo è sincero?

Ircana. Son, qual mi vedi, oppressa, perchè mi calse il vero.
Dissimular non seppi quel che chiudea nel petto.
La mia sinceritade destò l’altrui dispetto;
Ed ho nel seno mio alma sì schietta e forte,
Che pria della menzogna, mi eleggerà la morte.
Demetrio. Di te il nero mi disse, credo finora il meno.1
Ircana. Quel che ti tacque il nero, posso svelarti appieno.
Disseti, che foss’io da un Finanzier comprata?
Demetrio. Sì, lo disse, e che fosti poscia dal figlio amata.
Ircana. Sai della sposa?
Demetrio.   Ancora.
Ircana.   Sai ch’io volea ferirlo?
Demetrio. Questo no.
Ircana.   M’odi dunque. In faccia tua vo’ dirlo.

  1. Così il testo.