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IRCANA IN JULFA 383

SCENA VII.

Kiskia sola.

Amore in queste soglie non m’ha guidato invano.

Quel che Zulmira ha seco, non m’ingannai 1, è Ircano.
In faccia dietro all’uscio non l’ho ben ben veduto;
Ma favellar l’intesi; la voce ho conosciuto.
Voglio seguir da lungi l’orme di mia cognata;
Veder di che è capace la donna innamorata.
Con uno sposo al fianco nutre cotal desio?
Pazza i’ non fui, meschina, quando viveva il mio.
E s’ora in vedovanza arder per uom mi tento,
Merita l’amor mio pietà, compatimento.
E se d’uscire i’ bramo fuori di tal mestizia,
Le donne che son vedove, mi faranno giustizia, parte

SCENA VIII.

Marliotta sola.

Ircano più non vedo. Mia madre non ritrovo.

Eccola. Va pian piano. Vi è qualcosa di nuovo.
Dubito, che si voglia veder rimaritata;
Ed io restero sola, povera sfortunata,
Con quella mia germana sì perfida, sì audace,
Che quando un uom mi guarda, mai non mi lascia in pace.
Non è, dicon, lo schiavo partito da par mio;
Ma se lo vuol mia madre, posso volerlo anch’io.
E se la zia, ch’è sposa, par che lo brami anch’ella.
Meglio bramar lo posso io che sono zitella 2.
Vo’ seguitar la madre; veder dov’ella va.
Vo’ veder; vo’ sapere. Certo non me la fa. parte

  1. Nella ristampa torinese e nelle edd. Salvioli e Zatta: no, non m’inganna.
  2. Nel testo: zittella.