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GIUSTINO 37
Fama di sua virtù 1. Questo ritratto

Terminò di piagarmi.
Polimante.   E non chiedesti
Tu le nozze d’Arianna?
Vitaliano.   È ver, ma solo
Per conseguir colla sua destra il trono;
E offerte poi 2 alle mie luci ancora
Queste amor non avea bellezze rare.
Ora Eufemia sol bramo. Io chiederolla
In isposa al germano, e fra’ progetti 3
Della pace futura, il primo o il solo
Questo sarà; nè dubitar vogl’io
Che Anastasio mi sdegni aver cognato,
O che Eufemia s’opponga al mio desire.
Polimante. Ma tu che aspiri di Bisanzio al trono,
Arresti il corso alla gloriosa impresa
Per sì lieve cagion? Deh! Vitaliano,
Torna in te stesso.
Vitaliano.   No, non lusingarti
Ch’io trascuri di dar al core amante
Un sì dolce conforto.
Polimante.   E se il superbo
Imperator niega di darla?
Vitaliano.   Allora
Proverà l’ira mia. Giuro dal trono
Balzar esso ed Arianna, e a suo dispetto
Eufemia posseder.
Polimante.   Ah! 4 non ti fossi
Acceso mai di questo amor! Pavento
Qualche tragico fine. Ecco le guardie.
Ritiriamci, signor 5; non ci ritrovi

  1. Nel ms. c’é punto e virgole.
  2. Ms.: E poi offerte.
  3. Ms.: proggetti.
  4. Dopo le interiezioni Ah, oh, deh non segue mai, nell’autografo goldoniano, il punto esclamativo, nè la virgola.
  5. È ormai superfluo avvertire che le parole Signor, Germano, Sposa, Corsone, Duce, Trono, Fede, e altre moltissime hanno sempre, nell’autografo del Goldoni, l’iniziale maiuscola.