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IRCANA IN ISPAAN 427
Tu, crude], mi rinfacci la sposa abbandonata?

Giacqui con lei fra l’ombre, l’abbandonai col sole.
Per seguir te, dolente lascio d’Osman la prole.
Teco la mia passione mi torna ai primi lacci,
E la mia debolezza, crudel, tu mi rinfacci?
Ah, se ti amassi meno, questo rimbrotto amaro
Farmi potria pentire.
Ircana.   No, non pentirti, o caro.
Scusa l’amor, che in questi momenti ancor primieri,
Sforza talor ch’io temi, opra talor ch’io speri.
So che piacer tu prendi nel vagheggiar miei lumi,
So che il rigor sapesti soffrir de’ miei costumi.
E non vorrai spiacermi, e mi trarrai dal petto
Ogni ombra di timore, ogni ombra di sospetto.
Tamas. Tanto desio star teco, tanto il tuo amor mi preme,
Che pria di dispiacerti, teco penar vo’ insieme.
Faccia di me ancor peggio barbara sorte ultrice,
Mi basta viver teco per essere felice.
Andiam peregrinando per balze e per foreste:
Fuggiam da queste piagge orribili e funeste.
Adatterò la mano fino all’aratro istesso,
Per procacciarmi il pane alla mia sposa appresso;
Servir non mi fia grave fin l’inimico, il Trace,
Purché menare io possa teco i miei giorni in pace.
Ircana. Giovine sventurato! per mia cagion ti esponi
A mendicar il pane fra barbare nazioni?
Tu servir? tu smarrire di libertà il tesoro?
Tamas. Bastami che tu mi ami.
Ircana.   Idolo mio, ti adoro.
(si scostano alquanto in atto di lagrtmarc In segreto
Tamas. Oh forza di destino!
Ircana.   Oh tenerezza, oh amore!
Mira chi a noi sen viene. (osservando fra le scene
Tamas.   Stelle! il mio genitore.
(si accosta verso la scena per nascondersi