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IRCANA IN ISPAAN 441
Fatima.   (Freme ancor per dispetto).

(guardando un poco Ircana, indi voltandosi
Vajassa. (Che sembri agli occhi loro sì orribile d’aspetto?)
Ircana. (Coraggio). In queste soglie, Fatima, non comprendo
Come Alì ti trattenga. (a Fatima
Vajassa.   Forte, che non intendo.
(a Ircana
Fatima. Stupisco anch’io non meno, come fra queste porte
Machmut ti conduca.
Vajassa.   Parla un poco più forte.
(a Fatima
Ora con questa canna...
(si pone la canna all’orecchio, e si accosta ad Ircana
Ircana.   Preveggo il mio periglio.
(da sè, badando a Vajassa
Vajassa. Superba. (ad Ircana) Parla qui...
(a Fatima, accostando la canna
Fatima.   D’uopo avrei di consiglio.
(da siè, non badando a Vajassa
Vajassa. Ardite vanerelle, parlar non mi volete?
Meco così si tratta? Voi me la pagherete, parte

SCENA VI».

Ircana e Fatima.

Fatima. Qual stravagante umore nella custode io veggio!

Spiacenti se al governo star della vecchia io deggio.
Ircana. Qual siasi la custode premer dovriati poco,
D’Alì dovrà la sposa passar in altro loco.
Fatima. Vuol Machmut 1 ch’io resti quivi allo sposo unita,
A parte de’ suoi beni noi, generoso, invita.
Torna per me sdegnato il padre mio furente,
Machmut mi difende.
Ircana.   E Tamas vi acconsente?

  1. Il Goldoni considera, qui e sempre, il nome Machmut trisillabo.