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IRCANA IN ISPAAN 459
E se di tanti ai voti dura il suo1 cor restio,

I più sinceri uffìzi porgo alla bella anch’io. (con ironia
Tamas. (Ah il ragionar conosco, che simula il dispetto.
Odo da lungi il tuono, il fulmine mi aspetto).
Fatima. Non ha bisogno, Ircana, di stimoli il mio cuore
Per far quel che mi dettan le leggi dell’onore.
Tamas perdon mi chiede d’avermi a torto offesa.
Me lo scordai qualora sposa d’Alì fui resa.
Di Machmut rispetto in lui l’unico figlio;
D’Alì, sposo ed amico, seguir deggio il consiglio.
E tu le preci tue usa ad uopo migliore,
Usale per te stessa, del tuo diletto al cuore.
Prega di cuor lo sposo, che tollerar s’impegni
Donna che i benefizi suol compensar coi sdegni. parte

SCENA XI.

Machmut, Alì, Tamas, Ircana.

Machmut. Non più fra noi discordie; lungi lo stile audace.

Regni fra noi l’amore, regni fra noi la pace.
Andiam, figlio.
Ircana.   Signore, scusa, vorrei con esso
Sola restar. (a Machmut
Machmut.   Nol niego. Resta alla sposa appresso.
Ah non so dir qual astro per te, per essa, in cuore
Abbia in amor sì tosto cambiato il mio furore.
Convien dir che la forza del prossimo periglio,
M’abbia ad amar costretto chi mi sedusse 2 il figlio.
parte
Alì. Tamas, con noi ritorna, non ci lasciar così.
Ircana. Alì, lasciaci soli.
Tamas.   Deh non partire, Alì.
Ircana. Per consolar la sposa, il caro amico attendi? ad Alì
Alì. Il tuo soverchio ardire a moderare apprendi. parte

  1. Savioli, Zatta ecc.: tuo.
  2. Savioli. Zatta ecc.: seduce.