Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1927, XXIV.djvu/472

Da Wikisource.
468 ATTO QUARTO
Vajassa. D’una madre amorosa il Ciel vi ha provveduto, (a Lisca

Lisca. Che ti venga il malanno.
Vajassa.   Che dici?
Lisca.   Vi saluto.
(forte, e parte

SCENA II.

Vajassa, poi Fatima.

Vajassa. Con queste che mi stimano discreta, anch’io ragiono;

Ma le due spose altiere mi proveran chi sono.
Eccone una; e pure sembra nel volto umana.
Non so se questa sia o Fatima, od Ircana.
Fatima. (Eccola la custode). Vi chiedo umil perdono,
Se men ch’io non doveva...
Vajassa.   Chi sei?
Fatima.   Fatima io sono.
Vajassa. Che?
Fatima.   Fatima. (più forte
Vajassa.   Il mio grado si dee più rispettare.
Fatima. Vedrete il mio rispetto...
Vajassa.   Andate a lavorare.
Le spose delle schiave non son meno obbligate
A.far quel che bisogna.
Fatima.   Cerco lo sposo...
Vajassa.   Andate.
Fatima. Sia questo il primo segno ch’esser vi voglio amica.
Andrò per obbedirvi.
Vajassa.   (Non so che diavol dica).
Fatima. Però men delle schiave le spose destinate
Sono ai bassi lavori.
Vajassa.   Andate, o non andate?
Fatima. Sì, vado. (È troppo fiero il suo temperamento).
(entra in una porta laterale