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540 ATTO TERZO
Delmira. Padre, perchè t’arresti? perchè del tuo disegno

Colla fuga non segui il meditato impegno?
Or più che mai sdegnati contro di noi saranno
Gli Europei sopraffatti dal sfortunato inganno.
Camur. Tutte le vie son chiuse dall’armi al nostro scampo.
Preveggo in ogni parte un periglioso inciampo.
Zadir la via del bosco ad esplorare ho inviato.
Delmira. Ecco Zadir che torna.
Camur.   Sollecito è tornato.

SCENA III.

Zadir e detti.

Zadir. Perduta è ogni speranza. Il bosco, il monte, il piano

Occupato è dall’armi, strada si cerca invano.
Sparso di nostra gente scorre per tutto il sangue;
Chi spirò sotto il colpo, chi è semivivo, esangue,
Chi sul terren disteso, ferito e calpestato,
Odesi negli estremi morir da disperato.
Chiedeva un moribondo agl’inimici aita,
Io lo aiutai col dardo a terminar la vita.
E fra l’orrida mischia ancor non terminata,
Per riveder Delmira mia vita ho risparmiata.
Camur. Eccola a te fedele.
Zadir.   Ah che a momenti aspetto
Vedermela dagli empi ritorre a mio dispetto.
E i vincitori arditi, per trionfare appieno,
Macchiar sugli occhi nostri procureran quel seno.
Delmira. Ah Zadir, mal conosci qual sia quest’alma forte;
Per l’onor mio son pronta strazi 1 soffrire e morte.
Camur. Della fè di mia figlia il dubitar non giova.
Zadir. Della fè di tua figlia su via facciasi prova.
Di prevenir le insidie tempo le resta ancora.

  1. Nel testo: strazzi.