Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1927, XXIV.djvu/70

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ATTO TERZO
Voglio morir 1. Questa gloriosa spada

Termini i suoi trionfi entro al mio seno.
(vuol ferirsi. In questo Eufemia lo trattiene
Eufemia. Ferma, Giustin, che fai?
Giustino.   Tolgo dal mondo
La più misera salma.
Eufemia.   Ah! qual sventura
Ti opprime il cor? Perchè morir? Crudele
Perchè sei con te stesso?
Giustino.   Eufemia, parti.
Lasciami solo al mio dolore in preda.
Eufemia. Non partirò, se pria tu non mi sveli
La cagion del tuo duolo.
Giustino.   Il tuo germano
Reo mi crede, mi scaccia e mi vuol morto.
Eufemia. Ma reo di che?
Giustino.   Nol so; mi niega ancora
Le mie colpe saper.
Eufemia.   Lascia ch’io stessa
Per te a Cesare parli.
Giustino.   È vano.
Eufemia.   Ei mi ama;
Credi, mi ascolterà.
Giustino.   Deh! Principessa,
Deh! lasciami morir.
Eufemia.   Barbaro 2, è questa
La mercè che mi devi? Io t’amo, il sai,
Ed osi in faccia mia volger quel ferro
Al tuo bel seno ove il mio cor risiede? 3
Non ti credea sì crudo. Ah! non t’avessi
Veduto mai! Mori, Giustin, se morte
Più d’Eufemia ti cale. Io già fra poco
Ti seguirò. Ti seguirò, spietato,

  1. Ms.: Morir vogl’io.
  2. Nel ms. c’è l’esclamativo.
  3. Ms.: il mio cuor