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198 | PARTE PRIMA |
Ne vovè rien ou1 munde:
A Paris tout è bon, tout è sarman2,
Les dammes, les amant ah,
Les abit alla mode ah,
Les queffes, le perucche, le mantò ah,
La musich, la dans,
L’arsan an abbondans,
L’air, anfen la terre, e l’onde ah.
Chi no vovè Paris,
No vovè rien ou munde 3.
Lei canta meglio d’una serenata.
Petiton. Madama, vollè vou ch’andiamo a spasso?
Petronio. Oh, questa me despiass.
Graziosa. Mi rincresce ch’io son così spogliata,
E che la testa ancor non ho conciata.
Petiton. Io, io v’abilierè, io, io, la tete
Conciarò ancor.
Graziosa. Petronio,
Portate da conciar.
Petronio. Coss vì 4 mo da portar?
Graziosa. L’oglio, i pettini5, il specchio 6,
La polvere di Cipro e la manteca,
La scatola dei nei, quella dei fiori,
Il fiocco, il cortelin, con il buffetto,
L’acqua nanfa, le agucchie, e il mio rossetto.
Petronio. Signora, a vui portarv
Giust’al ziradonarv 7.
Petiton. Madam, attandè vou.
Io, io v’approntre la tabelette:
Quest’è de mon pais8 la vera usanzia.
- ↑ Forse è da correggere: au.
- ↑ Così corregge Zatta. Nelle edd. precedenti: garmant.
- ↑ Conserviamo fedelmente il testo delle edizioni del Settecento.
- ↑ Zatta: v’ol.
- ↑ Zatta: il pettin.
- ↑ Zatta: lo specchio.
- ↑ Tev. e Zatta: portarvi e ziradonarvi. Zizadonar, vecchia voce veneziana: far girare, e quindi mandar a farsi benedire. Vol. VII, 218; X, 189; XVII, 293; XVIII, 340.
- ↑ Valvas. e Tev.: pey. Più avanti è stampato: pei.