Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1928, XXVI.djvu/24

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22 PARTE PRIMA
Pelarina. Voi amate, o signore?

Come creder poss’io?
Tascadoro.   Sentite il core.
Volpiciona. Eh non vanno gli amanti
Con questo collarone,
Nè vestiti così da cappellone1.
Tascadoro. Oh! Come van?
Pelarina.   Politi nel vestire:
Abito corto con larghi faldoni,
Attillati calzoni alla spagnola,
Manica a mezzo braccio,
Di bianchi pizzi e fini il manicino2,
Piccolo cappellino, anzi invisibile;
Perrucchin 3 col topè 4,
Di dietro il maronè5 con borsa o coda;
Scarpa senz’alzatura in su voltata,
Calzetta fiammeggiante e ben stirata;
Col piè sempre in cadenza,
Con la testa in iscorcio,
Nel favellar gentili,
Nel conversar civili e rispettosi:
M’intendete? Così van gli amorosi.
Tascadoro. Anch’io, anch’io... vedrete.
Ah Pelarina mia, che belle cose
Che insegnate m’avete!
Purchè a voi piaccia, tutto
Io saprò far prima che venga sera.
Volpiciona. Ma la lezione non udiste intiera.
Tascadoro. V’è ancor di più? Spiegatevi;
Che debbo far per esser vero amante?

  1. Così doveva chiamarsi chi portava un gran cappello, secondo l’antica moda.
  2. Così in tutte le stampe, per manichino.
  3. In tutte le stampe: perucchin, con grafìa veneta.
  4. Ed. Zatta: tupè.
  5. Voce dialettale del tempo, d’origine francese, che non si trova nei dizionari e glossari. Marron significa grosso riccio di capelli annodato con un nastro. Marroner, spiega il Nouveau Dictionnaire François-Iialien par M. l’abbé François D’Alberti (Bassano, Remondini, 1777): “Innanellare, arricciare con grossi ricci i capegli”.