Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1928, XXVI.djvu/25

Da Wikisource.

LA PELARINA 23
Volpiciona. Vi resta da imparar il più importante.

Tascadoro. Non mi fate penar.
Volpiciona.   Voi le saccocce 1
Aver dovete piene
D’ampolline, di bussoli e di stucchi,
Tutti d’oro o d’argento,
Tutti ripieni di galanterie,
O di qualche vital contraveleno.
Quattro scatole2 almeno
Massicce con tabacco soprafino;
Orologio in taschino,
Ma di repetizione;
E quel che importa, in tasca un gran borsone,
Gravido di zecchini traboccanti 3
E questa è la lezion de’ veri amanti.
Tascadoro. È un po’ duretta in vero
Quest’ultima lezion, ma vuò far tutto,
Purchè, o bella, ma bella4, voi m’amiate.
E sarà poi così?
Pelarina.   Non dubitate.
Volpiciona. Voi sarete il suo vago.
Pelarina.   Il mio tesoro
Sarà allor Tascadoro.
Tascadoro.   Ah dal contento
Quieto non posso star. L’oro e l’argento,
Che mi fa diventar gradito amante,
Porterò sempre, ma ben chiuso adosso.

Pelarina. a due Così ti peleremo in fin su l'osso.
Volpiciona
Pelarina.5 Quanto grande è il mio contento

  Nel vedervi alfin seguace
  Della moda parigina.

  1. Ed. Valvasense: saccoccie; e più sotto: mossiccie.
  2. Ed. Valvasense: scattole.
  3. Nell’ed. Zatta c’è punto e virgola.
  4. Così tutte le stampe.
  5. Nelle edd. Tevernin e Zatta le parole che seguono sono attribuite a Volpiciona.