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328 PARTE SECONDA
Lesbina.   Al suo comando.

Anselmo. (Già mi vado imbrogliando).
Lesbina. (Questo è un uomo davver fatto all’antica).
Anselmo. Ditemi... no: mi dica...
Orsù, signora, datemi licenza,
Se volete ch’io parli,
Di poter favellar in confidenza.
Lesbina. Vusignoria si serva come vuole.
Anselmo. Questo vusignoria lasciar si puole;
Se parliamo tra noi,
Basta il titolo voi.
Lesbina. Dunque, signor, se voi...
Anselmo.   Zitto in malora,
Il termine signor lasciate ancora.
Lesbina. Sapete pur che adesso
Tutti i titoli son superlativi.
Anselmo. Pur troppo il so benissimo,
Che chi ha lustro il vestito, è un illustrissimo.
Ma ditemi di grazia:
Siete voi letterata?
Lesbina.   Quanto basta
A un femminil talento.
Anselmo. (Se è dotta quanto è vaga, ella è un portento).
Studiaste la 'Grammatica?
Lesbina.   Sicuro,
Onde per saper dir la mia ragione,
Non la cedo in astuzia a un Cicerone.
Anselmo. Ancor l’Umanità?
Lesbina.   Per dirla schietta,
In ciò son già perfetta.
Anselmo. Rettorica?
Lesbina.   Pensate!
Ho un’arte sì eccellente,
Che ognuno persuader può facilmente.
Anselmo. (Quest’arte traditora