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Livietta. (Mi move a riso, ed a pietade assieme).

Senti.
Cardone. Che cosa vuoi?
Livietta. M’ami tu veramente?
Cardone. Che ti pare?
Fa conto che tu l’abbi a giudicare.
Livietta. Il conto lo farei, ma...
Cardone. Ma che? risoluzion vi vuole.
E ben? Sarai mia sposa.
Livietta. Adagio.
Cardone. Oh già!
Voleste sempre far la schizzignosa 1.
Livietta. T’inganni, non son io di questa pasta;
E se uomo foss’io,
Le donne che di smorfie son composte,
A Belzebù le manderei
Ben presto per le poste.
  Alle donne schizzignose
  Non bisogna creder no;
  Voglion fare le ritrose.
  Guarda, amore, oibò oibò.
  Ma son poi maliziosette,
  E d’amore le furbette
  San la scola come va.
  Ve ne son poi tante e tante
  Che se hanno un sol amante,
  Credon esser svergognate.
  A dir loro, son pregiate,
  Vaghe e belle,
  Solo quelle
  Che hanno amanti in quantità.
  Alle donne ecc.
Cardone. Tu dici il vero affé,

  1. Così nel testo.