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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1928, XXVI.djvu/420

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418 PARTE PRIMA
Conte.   Son servo obbligato1.

Parpagnacco.   È tutto compito2. (a Madama
Conte.   È assai ben creato. (a Madama
Madama.   Sorella gli sono,
  Spiacermi non sa.

Parpagnacco. a due (Fratello più buono (ciascuno da sè
Conte. Di lui non si dà).
Madama.   Per fino ch’ei parte,

  Celatevi là. (piano a Parpagnacco
Parpagnacco.   È troppa bontà.
Madama.   Andate in disparte,
  Che poi partirà. (piano al Conte3
Conte.   È troppa bontà.

Parpagnacco.
Conte
.
a due Gli son servitore.
Comandi, signore,4
Ma con libertà5. (si ritirano
Madama.   Oh questa sì ch’è bella!

  M’hanno creduto affé6.
Macacco.   Non c’è più più nessuno;
  To to to tocca a me.
Madama.   E questo bel Macacco
  Da me cosa vorrà?
Macacco.   Mia ca ca ca ca cara.
Madama.   Mio be be be be belio.
(a due   Son qua qua qua qua qua7.

Parpagnacco. a due Un altro suo fratello
Conte. Codesto ancor sarà?
Madama.   Or sono nell’imbroglio,

  Non so cosa sarà.

Parpagnacco. a due Eh ben, quanti fratelli
Conte. Avete, mia signora?
  1. Segue nell’ed. Occhi: "Mad. Che gran civiltà!"
  2. Segue nell’ed. Occhi: "Mad. Sorella gli sono; - Spiacermi non sa”.
  3. Occhi: a Bella vita.
  4. Manca questo verso nelle edizioni Tevernin e Zatta.
  5. Segue nell’ed. Occhi: "Mad. Celatevi là. - Oh questa ecc. ".
  6. Nell’ed. Occhi c’è questa didascalia: Esce Macacco.
  7. Ed. Occhi: "Son qua, son qua, son qua. Escono Parpagnacco e Bella vita".