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LA PUPILLA 81
  “Come sul far del dì....”

Questa è vecchissima.
  “Mia cara paronzina 1....”
È troppo vile, oibò.
Affé, che l’ho trovata,
Io questa canterò
Sopra d’un augellin tutto amoroso,
Composta in venezian stile curioso:

“Quell’oselin desmestego2
     Che passarin gh’à nome,
     Oh se vedessi come
     L’ama la passarella;
     Sempre el se vede a quella
     D’intorno a svolazzar.
Cussì anca mi desidero,
     Passera abbandonada,
     D’esser accompagnada
     Da un passerin che sappia
     Cossa vol3 dir amar”. 4

SCENA II.

Triticone e detta.

Triticone. Rosalba, io già non dico,

Che il cantar sia indecente;
Pur talvolta è cagion di qualche male.
Per esempio talun passa per strada,
Sente a cantar, si ferma; esso dimanda
Chi abita quivi, e chi è colei che canta.
Gli risponde un vicino:
“Questa è una giovinetta

  1. Così nelle edd. Valvasense e Bettanin. Nelle altre: paroncina.
  2. Uccellino domestico: v. Boerio.
  3. Zatta: vuol.
  4. Segue nelle edd. Valvasense, Bettanin, Moucke: Quell’oselin etc.