Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1928, XXVI.djvu/98

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96 PARTE SECONDA
Io vi voglio consolar.
Triticone. a tre Maggior fortuna non posso sperar.
Giacinto.
Rosalba.
(Giacinto prende la mano a Triticone e Rosalba, fingendo unirle, poi dà una spinta a Triticone, e conduce via Rosalba.
Triticone. Oimè, che fate?
Rosalba. Quest’è mio sposo.
Giacinto. Quest’è mia sposa.
Triticone. Come?
Giacinto. a due Tacete, non fate rumor 1.
Rosalba.
Triticone. Sono tradito.
Giacinto. Mia cara moglie....
Rosalba. Dolce marito....
Triticone. Di rabbia....
Giacinto. a due Di gioia....
Rosalba.
Triticone. a tre Ripieno ho il mio cor.
Giacinto
Rosalba.


Fine dell’Intermezzo 2.



  1. Nell’ed. Zatta è stampato: "Giacinto. Tacete. — Rosalba. Non fate rumor".
  2. Nella prima stampa, per Alvise Valvasense, 1735, e in altra pure di Venezia, per Omo Bon Bettanin, segue una terza parte che riproduciamo in Appendice.