Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1929, XXVII.djvu/285

Da Wikisource.

BERTOLDO 277
Menghina. Anzi mio gran padrone.

Bertoldo. Sono un adorator del vostro bello.
Menghina. Eh, lei mi burla.
Bertoldo.   No, vi dico il vero.
Menghina. Giuratelo, signor.
Bertoldo.   Da cavaliero.
Menghina. Io non v’ho più veduto.
Bertoldo. Per voi son qui venuto.
Menghina. Ma da me che volete?
Bertoldo. Cara, quel che vogl’io, voi lo sapete.
Menghina. (Costui mi va tentando). (da sè
Bertoldo. (La scaltra va cascando). (da sè
Menghina. Ma io son maritata.
Bertoldo. Senza malizia amar credo si possa.
Non mi late languire.
Menghina.   Io vengo rossa.

SCENA XVIII1.

Bertoldino e detti, poi Bertoldino parte,
e torna con Cacasenno vestito da donna.

Bertoldino. (Eccola con un altro cavaliere.

Oh questo è un bel mestiere!). (da sè
Bertoldo. Datemi almen la man, per carità.
Menghina. Io la man vi darò per civiltà.
Bertoldino. (Che ti venga la rabbia!
Eppur degg’io tacere.
Ma voglio un po’ vedere,
Se questa moglie mia sì spiritosa,
È del marito suo punto gelosa). (parte
Menghina. Almen mi faccia grazia
Dirmi come si chiama.
Bertoldo.   Or ve lo dico,

  1. Questa è scena XIX delle edizioni Tevernin e Zatta.