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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1929, XXVII.djvu/435

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IL FINTO PRINCIPE 427
Prendi da ciò, per colorire, ingrato,

La nera infedeltà. Vanne, se brami
Spezzato il nostro laccio:
Dello sposo novel già corro in braccio.
Roberto. Ferma.........
Rosmira.   Da me che vuoi?
Roberto.   Pietà.
Rosmira.   Il tuo core,
Che a me nega pietà, pietà non chiede.
Roberto. Quest’è un dolor ch’ogni dolore eccede.

SCENA II.

Lesbina e detti.

Lesbina. Eccellenza, eccellenza, oh che disgraziai

Rosmira. Che rechi?
Roberto.   Estinto è forse
Il principe Fernando?
Lesbina.   Oh, peggio, peggio.
Rosmira. Cleante, il mio germano,
Forse a caccia restò da belva offeso?
Lesbina. Peggio vi dico, mille volte peggio.
Rosmira. Parla.
Roberto.   Presto, che fu?
Lesbina.   Quando il saprete,
Tutti due piangerete.
Rosmira. Ma tu mi fai penar. Ma tu mi sdegni,
Se parlar differisci anche un istante.
Lesbina. Morto è per viaggio il principe Ferrante.
Roberto. Lo sposo di Rosmira?
Lesbina.   Quello, quello.
Rosmira. Dici il vero?
Lesbina.   Pur troppo; e quel ch’è peggio,
Il di lui cameriere,