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460 ATTO SECONDO
Floro.   Per servirla.

Roberto. Rosmira è I’ idol mio.
Floro.   Buon pro vi faccia.
Roberto. O cederla dovete,
O estinto per mia man voi caderete.
Floro. Pian, pian, signor Gradasso,
Ch’io non son un ranocchio da infilzare.
(Non mi voglio far stare).
Roberto. Difendetevi pur, se core avete;
Impugnate la spada. (mette mano
Floro. Che cosa vi credete?
Che io sia qualche poltrone?
Ho core, ho trippa, ho fegato e polmone.
Eccomi in guardia, a voi. (tira mano
Roberto.   Rosmira amata,
Consacro questa vittima al tuo bello.
Floro. In due colpi di quarta io ti sbudello.
(si battono, e Roberto resta disarmato
Roberto. Sorte crudel.
Floro.   Io sono
Più bravo di Ruggier, più fier d’Orlando.

SCENA XI.

Dorinda da uomo, con spada alla mano, e detti.

Dorinda. A me volgi quel brando.

Floro. Cosa c’entrate voi?
Dorinda. La pugna terminar si dee tra noi.
Roberto. Germana, oh Dio!1
Dorinda. Vattene, e non temer della mia sorte.
Roberto. (So che il braccio di lei del mio è più forte). (parte
Dorinda. Codardo, ancora tardi?
Vieni, o ti passo il petto.

  1. Nell’ed. Zatta fu aggiunto: tu qui?