Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1929, XXVII.djvu/522

Da Wikisource.
514 ATTO SECONDO
Cecco. Io le farò venire,

Ma però con un patto,
Che vuò, senza recarvi pregiudizio,
La vostra cameriera al mio servizio.
Bonafede. Ma, signor...
Cecco.   Già lo so
Che siete innamorato
In quei begli occhi suoi,
Ma questa volta la vogliam per noi.
Bonafede. Dunque lei l’ha veduta?
Cecco.   Signor sì.
Una macchina abbiamo,
Da cui spesso vediamo
Quel che si fa laggiù nel basso mondo;
E il piacer più giocondo
Che aver possano i nostri occhi lunari,
È il mirar le pazzie dei vostri pari.
  Un avaro suda e pena,
  E poi crepa, e se ne va.
  Un superbo senza cena
  Vuol rispetto, e pan non ha.
  Un geloso è tormentato,
  Un corrente è criticato.
  Quasi tutti al vostro mondo
  Siete pazzi in verità.
  Chi sospira per amore,
  Chi delira per furore,
  Chi sta bene, e vuol star male,
  Chi ha gran fumo, e poco sale;
  Al rovescio tutto va.
  Siete pazzi in verità.
(sale nel suo carro, e parte col seguito