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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1930, XXIX.djvu/324

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322 ATTO SECONDO
Lisetta. Padrone, se ho morosinota,

Il diavolo mi porti, e prego il Cielo
Che... Basta, io non penso
Ad alcuno...; ma piano
Con questi giuramenti: oh, che purtroppo
Penso a persona, che mi sta nel cuore.
Pancrazio. Ah? brava! non l’ho detto?
Si può saper del vostro amor l’oggetto?
Lisetta. Io lo direi... Ma...
Pancrazio.   Dite
Con libertà.
Lisetta.   Che ve lo dica; e poi?
Pancrazio. Parlate pur, dite, chi è?
Lisetta. L’oggetto del mio amor siete sol voi.
Pancrazio. Io, cara?
Lisetta.   Signor sì.
E voi potreste poi lasciarmi qui?
  Voi lasciarmi? Oh questo no;
  Caro, caro padroncino,
  Quel visetto tenerino
  M’ha ferito il concino.
  Voi lasciarmi? io morirò.
  Padroncino dolce, dolce,
  O d’amarmi risolvetenota,
  O rendetemi il mio cor.
  Lo vedete, son ferita,
  Sono morta... Oimè, pietà...
  Voi lasciarmi? Oh questo no.
  Padroncino bello, bello,
  Voi vedete
  La mia vita...
Più non posso, oh dei, soffrire
Il martire - dell’amor. (parte
nota Voce dialettale. nota Tetto: rissoloete.