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Pagina:Gozzano - L'altare del passato, 1918.djvu/200

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190 l'altare del passato

Via Cernaia per Corso Siccardi e Via della Consolata a Via Giulio, lungo questo lato aprivasi la Porta Prætoria detta Segusina nel Medio Evo.

La Torino Medioevale spopolata immiserita non si ampliò oltre la città romana della quale conservò la planimetria. Vista dalle alture della collina la città doveva ricordare quelle città minuscole chiuse da alte mura che le sante reggono per ex-voto nella palma della mano protesa.

Torino finiva adunque qui, dove oggi è il suo cuore più pulsante; qui era un fortilizio: una domus de forcia. Infatti il trattato fra Guglielmo VII, Marchese di Monferrato e Tommso III, Conte di Savoia, venne conchiuso nel fortilizio che su queste pietre stesse preesisteva al Castello dei D’Acaja. Il patto fu stretto in domu de forcia quam ibi de novo aedificavimus.... La porta romana — scrive il prof. Isaia — era per dimensioni, struttura e pianta del tutto uguale alla Porta Principalis dextera o Palatina. Della porta romana, oltre le due torri, conservate nel lato orientale del palazzo, si rinvennero le fondazioni ed una parte dei pilastri tra le fauci, oltre a molti tratti del selciato poligonale.

Addossato alla cinta romana e alla porta sorse all’esterno della città, all’epoca di Guglielmo VII