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Garibaldina 23

dove la mia nostalgia poteva illudersi di vivere ai giorni di Carlo Emanuele II; visitai il Castello dei Laghi, sostai alla Bizzarrìa, il convegno di caccia, mi dissetai al Passatempo delle Dame. Malinconia non traducibile di quel passato, quando la Corte Sabauda aveva qui la sua sede, riflesso un poco provinciale delle consuetudini di Francia e del fasto boschereccio dei re Luigi! Rientrai in paese.

Chi l’ha vedû Turn e nen la Veneria
A l’ha vedu la mare e nen vedû la fia.

Sì, ma una figlia più vecchia della madre, una zitella d’età immemorabile! Strana mistura di borgo campestre e di pretesa cittadina, con quella Piazza d’Armi dove un giorno rombavano i mortai di Madama Reale e quella Chiesa barocca dell’Alfieri e le due colonne marmoree della piazza, la Piazza dell’Annunziata, segnata dallo stile del Juvara essa pure, con gli edifici a cinque piani e i portici pretensiosetti.

— Già, la Garibaldina è ritornata da Palermo....

— La Garibaldina, — e la mia memoria ebbe un lampo, — la signora Ortensia N.?

— Precisamente.

— Dove abita?