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il vivajo del buon dio 257

corvi le sono sopra; punto impaurita dalla cerchia delle ali turbinose, la piccola si piega col petto sulla coppa, si piega chinandosi fino a terra, alzando nel sole, contro l’ingordigia dei nemici, una parte che non è precisamente la faccia. E la madre sopraggiunge, libera la bimba, disperde gli assalitori, non senza aver dato in offa una manciata di riso. Entrambe rientrano in casa, sorridendo tranquille, come allo scherno consueto di buoni amici. Altre volte la vittima non è un bimbo, ma una scimmia. I corvi turbinano in alto, spiando un gruppo di scimmie che ha rubato una noce di cocco sul mercato vicino; seguono quella più prepotente che l’ha tolta alle altre, e quando la ladra è riuscita a spezzarne il frutto legnoso, nell’istante in cui sta per portare alla bocca il gariglio candido, i corvi piombano su di lei, le strappano il tesoro, la lasciano ringhiosa, a mani vuole, tra lo schiamazzare delle compagne.

Le scimmie contendono ai corvi il dominio delle città indiane, ma non infestano come quelli i quartieri europei, vivono nei sobborghi, nelle città nere, nei templi